Parlare di ambiente, organizzare le feste dell’ambiente e gli workshop per imparare a fare il sapone ad esempio e riciclare e riutilizzare, scambiare…
… sono tutte buone pratiche, sane proposte per cambiare abitudini e innescare comportamenti virtuosi.
Ma quando l’intervento e l’impegno si riducono a questo ci sovviene il dubbio che si tratti di palliativi per non agire politicamente e con il pensiero critico ad ampio spettro.
Senza il coinvolgimento del mondo del lavoro, senza la presa di posizione contro le trivelle ad esempio, o contro la tav, e per vere politiche di tutela dell’aria, dei suoli, del patrimonio naturale e storico rimane la sensazione di marginalità, se non di vuoto o peggio di folklore.